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Stampa - Corriere del Ticino
Stabile EFG: l’ambizione che fa bene al Ticino

Come ex sportivo professionista, se c’è un atteggiamento che conosco bene è sicuramente l’ambizione. È un modo di stare al mondo ambivalente, che fa vivere le persone sul sottile confine che separa la voglia di vincere dalla paura di perdere – e ti obbliga, ogni giorno, a scegliere di assecondare la prima mettendo a tacere la seconda.

Chiunque cerchi di raggiungere un obiettivo, quando comincia ad allenarsi, è agitato dal dubbio di non essere all’altezza dei propri sogni di non «essere abbastanza». È proprio in questi momenti che l’ambizione aiuta a superare i tentennamenti, come una scarica elettrica di ottimismo che aiuta a ritrovare la fiducia in se stessi.

Questo discorso non riguarda solo lo sport, e non riguarda solo la nostra vita personale. L’ambizione è un atteggiamento che, dal piano individuale, finisce infatti per contagiare anche la sfera collettiva; Se una società è sicura di sé, ottimista e piena di speranza in un futuro migliore sarà naturalmente orientata a ricercare nuove soluzioni per assicurarsi prosperità materiale e benessere spirituale. Viceversa, laddove a dominare è invece la paura, tutto tenderà verso la stagnazione e il declino.

L’acquisto dello stabile EFG di Lugano, per realizzare la «Cittadella della giustizia», è di sicuro un’operazione ambiziosa – ecco perché, ai miei occhi, la votazione cantonale del 9 giugno 2024 su questo oggetto sarà (anche) un test sullo stato d’animo del nostro Cantone.

Davvero non potrei scriverlo meglio di come ha fatto, sul CdT del 14 maggio scorso, il vicepresidente del PLRT Emilio Martinenghi: oggi il Ticino corre il rischio di accontentarsi di una politica vecchia, paurosa, all’insegna del «meglio non rischiare, non fare, non farsi giudicare». L’investimento che ci viene proposto da Governo e Parlamento punta in una direzione esattamente contraria, e già solo per questo meriterebbe di essere analizzato con un’attenzione che in queste settimane non sempre gli è stata dedicata.

Le ragioni a sostegno di questa operazione immobiliare sono state spiegate in modo approfondito e convincente: per chiunque non fosse ancora del tutto persuaso, una passeggiata per Lugano basterà a rendersi conto del valore di ciò che ci viene proposto di acquistare con il denaro del Cantone. Oltre a queste considerazioni materiali, c’è poi il significato istituzionale: la «Cittadella della giustizia» darà al terzo potere del Cantone la stessa dignità che Palazzo delle Orsoline conferisce ai primi due. Non c’è motivo per perpetuare una disparità di trattamento che penalizza, ingiustamente, uno dei servizi fondamentali dello Stato alla collettività.

Concludo tornando al mondo dello sport, che non a caso consideriamo una scuola di vita. La mia carriera nel mondo dell’hockey su ghiaccio mi dimostra, giorno dopo giorno, che le persone danno il meglio di sé quando si trovano immerse in un ambiente ambizioso, che le sprona a esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Un voto favorevole il 9 giugno è un piccolo gesto per affermare che il Ticino sa e vuole pensare in grande, e che così dovremmo provare a fare, nel nostro piccolo, anche noi cittadine e cittadini.

JJ Aeschlimann – vicecapogruppo PLR Lugano

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