Il Ticino sembra riprendersi nonostante l’alto numero di contagi – al momento che scrivo il numero di nuovi casi sembra stabile oppure sta leggermente diminuendo, ma le cifre comunicate sono sempre da prendere con le pinze – dalla seconda ondata di questa pandemia. E' evidente che la lotta sarà ancora lunga e che non bisogna mai abbassare la guardia. Sono vicino a tutte le persone che hanno perso un/a caro/a durante questo brutto periodo.
E' da praticamente nove mesi che triboliamo con alti e bassi, chiusure, restrizioni, aperture, chiusure e ancora restrizioni e devo ammettere che questa situazione, oltre che lunga, noiosa e ripetitiva, è diventata personalmente molto pesante a livello mentale. Infatti, navigo da alcuni mesi su un’onda di negatività, di ansia, di tristezza, di nervosismo e di malumore che cerco di nascondere al quotidiano, ma che fortunatamente riesco a tenere sotto controllo.
In questa situazione straordinaria dettata dall'emergenza e dalle misure di contenimento, molte persone si trovano a vivere da sole, lontane dalle famiglie di origine o dalla cerchia di amicizie, oppure troppo vicine, tutti insieme (come non era forse mai successo), e questo può costituire un fattore di malessere importante, spesso ingigantito dalle notizie preoccupanti che arrivano dai media e dal mutare delle informazioni, delle prospettive, delle possibili soluzioni indicate dalle autorità. Non possiamo ignorare questi aspetti.
Ragionando su tutto questo, mi è venuto in mente il film commedia del 1993 “Groundhog Day” o in lingua italiana “Ricomincio da capo”, film diretto da Harold Ramis, interpretato da Bill Murray e Andie MacDowell.
La trama del film parla di Phil Connors, un meteorologo televisivo dal carattere scorbutico ed egoista. Un giorno Phil deve recarsi controvoglia nella piccola città di Punxsutawney, in Pennsylvania, per fare un reportage sulla tradizionale ricorrenza del Giorno della marmotta (festa celebrata negli Stati Uniti e in Canada il 2 febbraio).
Qui però rimane intrappolato in un circolo temporale: ogni mattina, alle 06.00 in punto, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano musicale (I Got You Babe di Sonny & Cher), e da allora la giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo della precedente. Alla lunga questa vita ripetitiva lo porta però alla depressione e a tentare continuamente il suicidio, nei modi più strani, ma il giorno dopo si risveglia comunque, sempre nel Giorno della Marmotta. Durante uno di questi giorni Phil si confida con sua amica Rita che, comunque scettica, gli offre il consiglio di dedicare questa vita intrappolata ad aiutare il prossimo. Phil capisce così che non può in un singolo giorno - ovviamente - aiutare tutti, ma può migliorare sé stesso. Scopre così i suoi talenti e capisce i bisogni altrui, il che lo rende un uomo apprezzato e amato, insomma, un uomo migliore. (Wikipedia)
Certo, la vita non è un film, ma noi esseri umani abbiamo le nostre buone e le nostre brutte abitudini e non accettiamo quando qualcuno o qualcosa si mette di mezzo e ci impone di cambiare la nostra quotidianità, il nostro modo di vivere e la nostra libertà. Purtroppo, da questo punto di vista, questa situazione ha un grande potenziale di ripercussioni negative sulla salute mentale e sull’umore delle persone. Le giornate sono ripetitive, noiose e magari passiamo il nostro tempo a cercare informazioni ed a leggere articoli negativi e di tipo apocalittici che di certo non aiutano a tenere un atteggiamento positivo e sereno.
Piuttosto che vedere solo il negativo di questa situazione, perché non continuiamo ad utilizzare il tempo a disposizione per riflettere su come migliorare noi stessi, come reinventarci e magari scoprire dei talenti nascosti che non abbiamo mai sviluppato abbastanza? Convengo che non è certamente facile da fare, soprattutto visto le tante incertezze che comportano il nostro futuro.
Allora concentriamoci su quello che possiamo influenzare direttamente e approfittiamo di questo momento semplicemente per diventare essere umani migliori, esattamente come nel film di Harold Ramis.
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