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  • JJ Aeschlimann

Forza Lugano: “o vinci o impari” per un 2021 prospero.

Le mie riflessioni sul 2020: “annus horribilis” o anno pieno di insegnamenti? Ecco 6 aspetti importanti in evidenza.

Siamo giunti al tramonto di questo 2020 ed è giunta l’ora dei bilanci, soprattutto personali. Dodici mesi fa eravamo rimasti tutti con dei buoni propositi inerenti al nuovo anno. A dir la verità di solito questi buoni propositi lasciano il tempo che trovano perché nella maggior parte dei casi non durano tanto.

Ma quali erano i miei buoni propositi 12 mesi fa? Mi auguravo di fare di tutto per passare un anno di felicità e serenità (nonostante l’influenza di Saturno che mi potrebbe condizionare fino a fine 2021).

D’altronde felicità e serenità sono due condizioni che cerchiamo un po’ tutti e le aspettavamo a braccia aperte proprio per il 2020…

Il 1°gennaio scorso a me era capitato un fatto strano sulla strada del rientro dopo i festeggiamenti mentre ero in compagnia di amiche ed amici: una rissa generale composta di circa una ventina di ragazzi e ragazze. Era come se il nuovo anno stesse già evidenziando la dura verità del malessere di alcuni giovani ed il loro sfogo in. Sarà stato un presagio per il proseguimento dell’anno?

Dopo qualche mese l’orizzonte si è dipinto di nero.

A livello lavorativo, ad esempio, si concluse una stagione già sofferta, dopo l’ultima partita del girone di qualifica giocata a porte chiuse, con l’annullamento delle serie per il titolo per il quale la nostra squadra si era qualificata in extremis. La pandemia aveva già messo in ginocchio anche lo sport ed i grandi eventi, “buttando” il mondo dello sport professionale e chi ci lavora in una situazione di totale incertezza per il futuro e addirittura per l’esistenza stessa.

Anche la campagna elettorale per un posto nel Consiglio Comunale di questa Città, diventata ormai da quasi trent’anni casa mia, viene troncata proprio nelle settimane “clou” in seguito alle chiusure e alla molto dibattuta decisione del Consiglio di Stato di annullare le elezioni comunali.


I tre mesi in assoluto più duri sono stati però quelli della chiusura totale e del letargo imposto dalle autorità per fronteggiare l’avanzamento del nemico invisibile. Per interesse personale, ma anche per lavoro, ho praticamente seguito ogni conferenza stampa sia federale che cantonale scoprendo nello stesso tempo alcuni meccanismi politici che fino a lì mi erano sconosciuti. Oltre che le conferenze stampa mi sono dedicato pienamente alla cultura del film e delle serie commerciali sul canale Netflix, anche perché fortemente caldeggiato dai miei figli.


Nonostante il lavoro da casa e le varie distrazioni del mondo dei social media, questo periodo lontano dalla normalità e della socialità ha lasciato delle cicatrici nella mente della gente ed io stesso non sono un’eccezione.

I mesi estivi avrebbero dovuto ristabilire un po’ di normalità, ma sin dalle prime settimane di luglio si cominciava ad intuire che anche il nuovo campionato di hockey sarebbe stato tutto in salita e avrebbe creato nuovi impegni lavorativi, ad esempio i vari piani di protezione per gli allenamenti e quelli per le partite con pubblico, di cui esistono diverse varianti in base al numero di spettatori autorizzati (oggi zero).

Essendo stato nominato dalla società nel ruolo di responsabile Covid, ho quindi operato una sorta di “slalom” tra le varie direttive ed i costanti aggiornamenti e tra le diverse categorie di gioco dalla prima squadra dei professionisti alla scuola hockey per i più piccoli.

Un lavoro fatto di alti e bassi simile ad un viaggio sulle montagne russe, ma che non ha niente a che fare con un parco di divertimento, per i costanti aggiornamenti ed il fatto di dover ricominciare da capo ogni volta che tra Consiglio Federale, Consiglio di Stato, UFSP, Federazione Svizzera e Lega Hockey comunicavano cambiamenti importanti.

La tregua, quindi, non è durata tanto in quanto molto presto, e nonostante restrizioni sempre più incisive, la seconda ondata dei contagi e decessi non si sono fatte aspettare, creando una nuova serie di grandi problemi sanitari ed economici.

Gli ultimi mesi sono stati per me un vero e proprio incubo mentale e personalmente ho fatto fatica anche a vedere quali sarebbero stati i benefici del lavoro da casa sulla produttività e sulla salute mentale delle persone.

Ma sarà stato tutto negativo? Dipende, come quasi sempre nella vita, dell’approccio mentale alla situazione. Nello sport (e non solo) esiste il detto seguente: “o vinci o impari” e sicuramente questo detto si adatta perfettamente all’anno che sta per terminare.

Allora cosa ci ha insegnato e rispettivamente cosa ha evidenziato questo 2020?

  1. La salute: è il patrimonio più importante dell’essere umano (presa a calci dal virus). La salute ed il sistema sanitario devono essere maggiormente tutelati. Aggiungerei anche la salute mentale in quanto vediamo ora le conseguenze nefaste e le malattie che potrebbero sorgere dalla situazione che stiamo vivendo.

  2. La prevenzione: è legata al punto 1 e sottovalutata per l’importanza che riveste nella nostra società di oggi. Facciamo più sport, guardiamo ad un’alimentazione sana e investiamo anche in strutture che permettono di fare tutto ciò.

  3. La solidarietà: è un valore importantissimo per uscire di una situazione difficile. Come sempre vincerà la squadra e non il singolo. Solidarietà con le persone a rischio, solidarietà per chi si è ammalato da Covid o da altre patologie, solidarietà con chi ha perso un caro, solidarietà con chi in momenti difficili deve prendere delle misure per proteggere la gente e solidarietà per chi s’impegna per il prossimo.

  4. L’economia: abbiamo capito che viviamo in un mondo fragile e nel quale niente è dato per scontato. Abbiamo capito quanto è importante dare lavoro e poter lavorare. Dobbiamo inoltre che è necessario tutelare maggiormente le realtà più “piccole” o quelle legate strettamente alla presenza di clienti o di pubblico, quelle realtà che creano indotto.

  5. La flessibilità: quando siamo costretti a cambiare il nostro modo di vivere, anche solo in modo temporaneo, possiamo cercare nuovi interessi, essere creativi, aprire la mente ad altre culture e migliorare la propria, accettare altri modi di essere e di pensare, non giudicare gli altri, ma cercare di capirli meglio.

  6. La resilienza e la pazienza: l’importanza della capacità mentale di far fronte in maniera positiva agli eventi e la pazienza per affrontare i periodi di difficoltà. Due valori fondamentali per poter gestire il nostro futuro dopo questo momento traumatico.

E ci saranno sicuramente molti altri insegnamenti.


Vi invito quindi tutti a riflettere su quanto vi ha insegnato quest’anno per fare in modo che non rimanga nella storia come “annus horribilis”, ma che abbia contribuito nonostante le difficoltà ed i dolori a migliorare noi stessi e a rendere prospero il 2021!


Personalmente m’impegnerò in modo che quanto mi ha insegnato il 2020 mi porti tante soddisfazioni in questo nuovo anno, in attesa di novembre 2021 e dell’entrata nell’influenza positiva di Mercurio.


A tutti noi il mio augurio sentito per un Nuovo Anno ricco di soddisfazioni e soprattutto di salute.


Forza Lugano!

JJ

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